Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

venerdì 30 maggio 2008

Lettera al Presidente

Signor Presidente della Repubblica Italiana,
Sig.Giorgio Napolitano,
nell’ormai lontano 1974,neo nominata docente s.m.s. giurai solennemente di osservare,difendere e insegnare la Costituzione della nostra Repubblica assieme alla Storia e all'arte. Sapevo bene che è la Legge di tutti i cittadini dello Stato Italia, il patto fondante a cui tutte le altre leggi e regolamenti devono coerentemente riferirsi. Ancora ho ricordo dell’emozione grande, che mi ha preso il cuore e la voce nel pronunciare la formula, consapevole della responsabilità che mi stavo assumendo pubblicamente.
Tra le molte difficoltà, ho trascorso la mia intera vita e spero quel che ne rimane, a spendere esperienza, conoscenze ed energie per la crescita umana, civile e culturale dei cittadini dell’Italia presente e futura, perché e i principi costituzionali possano diventare parte integrante e vitale della vita quotidiana di ciascuno, nella nostra terra e oltre, come certo desideravano coloro che fortemente li vollero e democraticamente li promulgarono.
Ma la nostra Costituzione è ancora purtroppo poco nota a tutti i livelli e ancor meno applicata nella vita civile. Cosi ignorandola si ritiene necessario ri-scriverli falsandone addirittura il significato. "Innovazioni costituzionali" ( con relative leggi e regolamenti applicativi), inutili, anzi che possono generare confusione e disagio poiché i principi sono già tutti scritti, in forma chiara, semplice, inequivocabile, negli articoli relativi della Costituzione.
Faccio solo un esempio: cos'è per lo Stato Italiano una famiglia ?
"società naturale fondata sul matrimonio" ovvero sull'impegno reciproco liberamente scelto e pubblicamente testimoniato, tra persone, secondo la loro natura, a con-dividere la loro quotidianità, con tutto ciò che comporta, cioè aiutarsi nelle avversità come condividere le gioie, per e con amore e rispetto vicendevoli.Dichiararlo e solennemente annotarlo su un atto pubblico "di Stato" è quindi una pura "formalità contrattuale", per rendere gli interessati titolari, civilmente, dei diritti, dei doveri e delle responsabilità che ne derivano. E lo Stato dovrebbe essere ben felice di esserne garante. Per tutti.
Ma quanti cittadini sono discriminati, esclusi, umiliati proprio in ciò rispetto a una parte della popolazione dell'Italia, ed anche della Comunità Europea?
Dopo sessant'anni non è forse improrogabile attualizzare il "senza distinzione di sesso, di razza, di lingua o religione"? Anche nell'organizzarsi la propria "famiglia" e la vita civile in base alle personali scelte di vita e di affetti, e non solo di norme religiose, senza ulteriori discriminazioni.
Non è rimandabile oltre l'applicazione in Italia di quanto già vigente in Europa nostra "patria allargata", in difesa della vita civile, culturale e socio-affettiva, dell'incolumità psico-fisica, del lavoro. Per le donne, gli omosessuali, i transgender, è urgente ed ineludibile difenderne il rispetto umano, il diritto ad essere pienamente in una società di pari, a collaborare ciascuno secondo le proprie capacità alla sua realizzazione.
Lei, Signor Presidente, rappresenta tutti i cittadini italiani, anche quelli a cui parità di diritti è ancora negata di fatto e che, come in un passato non troppo lontano, è ancora oggetto di discriminazioni e violenza.
Le chiedo perciò di compiere un atto simbolico positivo di attenzione nei confronti della annuale celebrazione del GayPride Nazionale 2008, certa che la Sua sensibilità potrà consigliarLe i modi e i mezzi più opportuni ed efficaci.
Ringraziando per l'attenzione
Alba Montori


1 commento:

remo bevilacqua ha detto...

Ufficialità, ragione ed una forse religione che sicuramente resta superficiale ad ogni tentativo di preghiera, forse disperata, magari di conforto (o almeno così dovrebbe essere). Grazie Dott.ssa Montori per l'impegno e la rappresentanza in quanto portavoce, urlo di forza e grinta con cui, itrepida, lotti e tanto offri alla civiltà contemporanea. Grazie di esistere!
Remo Bevilacqua